Come fare se il portatile non si accende più: i semplici passaggi da eseguire per provare a ripristinarne il corretto funzionamento.
Le batterie dei notebook sono di tipo smart: esse sono dotate di un controller che svolge molteplici ruoli come la memorizzazione dei parametri di funzionamento della batteria, il monitoraggio dei processi di carica e scarica in tempo reale, il mantenimento di un calcolo statistico sul livello di salute della batteria e così via.
La batteria di un computer portatile con celle agli ioni di litio contiene tipicamente tre diversi meccanismi di sicurezza termica.
Un sensore di temperatura primario, che lavora insieme a un chip smart, comunica con il circuito di ricarica attraverso il bus SMB (system management bus).
Se per qualche motivo il chip smart non riuscisse a gestire i dati un sistema di monitoraggio secondario assume il controllo. In caso di problemi su entrambi i sensori viene tolta l’alimentazione alla batteria.
In generale, comunque, le batterie dei notebook sono sistemi complessi che sono soggetti a notevole usura e che nel corso del tempo, soprattutto se utilizzate in modo scorretto, possono essere causa di qualche problema.
In Windows si può generare un report sullo stato di salute della batteria per confrontare ad esempio la capacità all’uscita dalla fabbrica del produttore e quella attualmente rilevata dopo l’utilizzo del sistema e i vari cicli di scarica e carica.
Nel caso in cui la carica raggiunta dalla batteria del portale come valore massimo si discostasse notevolmente da quello iniziale, si può effettuare una calibrazione.
Cosa fare se il portatile non si accende
Se il portatile non si accende né a batteria né collegando l’alimentatore esterno è possibile tentare alcuni semplici passaggi per provare a risolvere il problema.
Innanzi tutto è sempre bene verificare lo stato dell’alimentatore (in particolare del cavo e del connettore) e della batteria stessa. Capita spesso che il connettore dell’alimentatore venga danneggiato, sottoposto a frequenti pressioni o avvolto in maniera non ottimale.
E talvolta ci si può trovare dinanzi a notebook che presentano batterie gonfie: in questo caso il caricabatterie va immediatamente disconnesso mentre la batteria va rimossa e sostituita.
Se il portatile supera il “controllo visivo” e all’apparenza non sembrano esserci problemi, allora si possono provare, in sequenza, una serie di passaggi:
1) Nel caso dei portatili che permettono di rimuovere fisicamente la batteria, provvedere ad estrarla disconnettendo prima l’alimentatore quindi agendo sui pulsanti scorrevoli posti sul retro del sistema che permettono di legare la batteria al telaio del PC.
Attendere alcuni secondi quindi riconnettere l’alimentatore del PC e provare ad accendere normalmente il sistema.
Spegnere il sistema quindi disconnettere il PC, reinserire la batteria e provare ad avviarlo di nuovo con l’alimentatore collegato. Se il sistema non funzionasse esso dovrà essere spento e si dovrà provvedere a rimpiazzare la batteria avendo prima cura di scollegare l’alimentatore.
In caso di problemi sulle batterie rimovibili (anche nel caso in cui si dovesse rilevare un rigonfiamento) si potrà continuare a usare il notebook tenendolo collegato alla presa elettrica, senza batteria installata.
2) Scollegare l’alimentatore e rimuovere la batteria (con i notebook ove questo è possibile).
Tenere premuto il pulsante di accensione del PC per almeno 40 secondi per tentare il cosiddetto “embedded controller reset” o EC reset.
Ricollegare batteria e alimentatore per verificare se il sistema tornasse ad accendersi correttamente.
In caso di fallimento della procedura, ripetere l’iter illustrato tenendo premuto il tasto di accensione per più di 60 secondi dopo la rimozione di batteria e alimentatore.
3) In alcuni portatili coi quali la rimozione della batteria non è permessa (non esistono pulsanti a scorrimento e non c’è alcuno “sportellino”) è presente un foro per il reset della batteria (battery reset pinhole): si trova sul retro del dispositivo e di solito presenta un’icona simile a quella riprodotta in figura.
Per provare ad avviare un portatile che non si accende più si può disconnettere l’alimentatore ed effettuare il reset della batteria.
Basta inserire una graffetta nel foro avendo cura che la graffetta sia perfettamente perpendicolare al PC. Essa dovrà essere usata per premere nel foro per 5 secondi circa.
A questo punto è possibile ricollegare l’alimentatore al notebook quindi premere normalmente il pulsante di accensione. Con ogni probabilità il sistema si avvierà.
Cosa si è fatto e qual è il ruolo del foro per il reset della batteria? Semplice. La pressione del pulsante nascosto al di sotto del foro permette di simulare il distacco fisico della batteria nei notebook in cui ciò non è cosa immediata non essendo prevista dal produttore.
Nel caso in cui il problema dovesse ripresentarsi spesso si dovrà comunque valutare la sostituzione della batteria.
Come spiegato nell’articolo sui consigli per far durare di più la batteria del portatile suggeriamo di effettuare un ciclo di scarica completo (scollegando l’alimentatore) quindi ricaricare completamente la batteria al 100%.
Ripetere l’operazione scollegando di nuovo l’alimentatore per poi, a scarica completa, alimentare il sistema per ripristinare l’autonomia al 100%.
Alcuni produttori suggeriscono di effettuare un ciclo di scarica-ricarica completo per una terza volta.
Effettuata l’operazione di calibrazione è sempre bene ricordarsi di non mantenere il caricabatterie collegato quando non necessario (il notebook non va usato sempre con la batteria inserita e collegato alla presa elettrica a muro). Se si utilizzasse il portatile come una sorta di PC desktop, la batteria andrebbe disconnessa dal sistema per poi collegare l’alimentatore.
La batteria andrebbe preferibilmente conservata con un’autonomia del 40% circa di carica e a temperature basse, quindi in luogo fresco e asciutto.
Quando si usa la batteria del portatile i liquidi al suo interno dovrebbero essere fatti muovere di frequente ma bisogna sempre evitare di mantenere un livello di carica perennemente al 100% (come accade appunto con i sistemi lasciati lasciati sempre connessi alla rete elettrica) e ad esempio collegare il sistema all’alimentatore al massimo quando l’autonomia scendesse al 15% scollegando il caricabatterie all’80-85% circa.