Huawei Pura 70 Pro: ecco come aggirare le sanzioni USA


L’analisi dei componenti interni del nuovo Huawei Pura 70 Pro svela come l’azienda abbia aggirato le sanzioni statunitensi, utilizzando tecnologie cinesi e collaborando con aziende sudcoreane.

Huawei ha lanciato la serie Pura 70 a livello globale all’inizio di maggio, come nuova fase dopo che diverse sanzioni statunitensi hanno reso difficile per il produttore lo sviluppo di nuovi smartphone. Per aggirare queste restrizioni, Huawei ha scelto di utilizzare diversi componenti di origine cinese, come dimostra il rapporto Reuters in collaborazione con iFixit e TechSearch International.

Per creare un successore del Kirin 9000S, Huawei ha utilizzato la tecnologia N+2 della cinese SMIC nel Kirin 9010, che è solo il 10% più potente, ma è ancora limitato alla litografia a 7 nm, in ritardo rispetto ai suoi principali concorrenti, come lo Snapdragon 8 Gen 3 e l’Apple A17 Pro con 4 nm e 3 nm, rispettivamente.

Questo perché SMIC sta ancora sviluppando la litografia a 5 nm, che dovrebbe essere lanciata entro la fine di quest’anno. La memoria del Huawei Pura 70 Pro porta il marchio HiSilicon di Huawei, ma è probabile che Huawei si sia occupata solo del controller di memoria e del suo confezionamento, dato che questi chip sono solitamente prodotti da piccole aziende locali.

La RAM è fornita dalla sudcoreana SK Hynix, ma Huawei sta probabilmente utilizzando la memoria conservata nel suo inventario prima che le sanzioni commerciali impedissero gli affari tra le due aziende. Secondo iFixit, Huawei potrebbe optare per i chip di CXMT (ChangXin Memory Technologies) se le scorte attuali dovessero esaurirsi.

La cosa più curiosa è il fatto che Huawei non utilizza un sensore MEMS per il giroscopio e l’accelerometro cinese a 6 assi nella fotocamera principale del Huawei Pura 70 Pro, in quanto la parte presente nel modello è fornita dalla tedesca Bosch, anche se ci sono produttori nazionali.

Ovviamente, gli Stati Uniti non possono rimanere in silenzio mentre Huawei sale di nuovo al primo posto nella classifica DxOMark per le fotocamere smartphone, quindi è molto probabile che in futuro verrà vietato ad altre aziende di fornire componenti e tecnologie all’azienda cinese.


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